Chi parla di storia

Sylvester_I_and_ConstantineOgni volta che, da storica, penso alla matematica mi viene in mente Alberto Sordi che, ne Il maestro diVigevano, detta alla classe un problema incomprensibile fondato peraltro su un assunto assolutamente discutibile e casuale: una massaia lascia le mele dal lattaio e deve tornare a prenderle. Perché, si domanda Sordi, la massaia lascia le mele?

Perché lasciare le mele serve a dimostrare qualcosa, a spiegarlo, a renderlo comprensibile, un ragionamento induttivo. Un metodo che gli storici non usano, e per quanto possa parere loro assurdo, funziona. Vorrei ritornare dunque sulla questione del metodo, che sul merito altri sono intervenuti.

A ripercorrerla tutta, questa discussione su un’ infelice quanto affrettata dichiarazione di Odifreddi, affrettata quanto lo può essere il commento di ognuno di noi in un post su Facebook o su un blog, appunto, a ripercorrerla tutta, dicevo, l’unica cosa che vale la pena di aggiungere, sottolineare, ricordare, è quanto la storia sia, fra le discipline tutte, e non certo per la sua “relatività” di cui si è a lungo scritto, la più condivisa, quella che più di tutte suscita reazioni, genera polemiche, scuote le coscienze. Una disciplina usata pubblicamente, insomma, nel bene e nel male, e per questo esposta alle incursioni di chi non è addetto alla materia ma, giustamente, vuole dire la sua su qualcosa che avverte come prossimo, se non suo, di proprietà. È sempre stato così. E non stupisce chi, come me, si occupa di comunicazione della storia, trovarsi di fronte all’ennesima bagarre mediatica, anzi: ogni discussione di questo tipo diventa un caso di studio che arricchisce un bagaglio di riflessioni da restituire, per esempio, nei miei corsi universitari su Public history e uso pubblico della storia e che fa crescere il dispositivo degli anticorpi da rafforzare affinchè “opinioni” non sostituiscano, nella vulgata comune, quelle poche verità di cui tutti, storici e storiche, crediamo di essere in possesso.

Perché qualche certezza ce l’abbiamo anche noi.

(qui per continuare a leggere)

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2 Comments

  1. Ho appena ascoltato quello che dice qui http://www.youtube.com/watch?v=0gSLUdyrPLw a proposito del fare della seria narrazione storica nei media e nel comunicare storia pubblicamente. Condivido quello che dice. Mi intriga molto anche quando scrive “nei miei corsi universitari su Public history e uso pubblico della storia ” Davvero fa un corso di Public History qui in Italia in un università ? Ma non s’intitola “public history” vero ? E dove lo fa ? Scrive poi nell’articolo che ho letto con piacere che public history e uso pubblico sono due cose diverse. Cito: “Public History e uso pubblico della storia. Di solito la storia finisce nel dibattito pubblico sotto due forme: quella della Public history e del suo uso pubblico. Due cose diverse: “La Public History è, negli Stati Uniti, per esempio, una vera disciplina accademica che forma professionisti che opereranno, poi, in quegli ambiti della vita pubblica nei quali la disciplina viene raccontata: i musei per esempio, la televisione, i giornali, ma anche le istituzioni che spesso si avvalgono di consulenti storici con particolari competenze in fatto di celebrazioni, ricorrenze e via dicendo.” Cose verissime, speriamo il messaggio passi nel senso comune storiografico. E quel messaggio che tento di fare passare ormai da qualche anno qui in Italia. Inoltre, la mia federazione internazionale per la storia pubblica (http://publichistoryint.org) tenta di diffondere il “verbo”. Cordialmente

  2. Ho appena ascoltato quello che dice qui http://www.youtube.com/watch?v=0gSLUdyrPLw a proposito del fare della seria narrazione storica nei media e nel comunicare storia pubblicamente. Condivido quello che dice. Mi intriga molto anche quando scrive “nei miei corsi universitari su Public history e uso pubblico della storia ” Davvero fa un corso di Public History qui in Italia in un università ? Ma non s’intitola “public history” vero ? E dove lo fa ? Scrive poi nell’articolo che ho letto con piacere che public history e uso pubblico sono due cose diverse. Cito: “Public History e uso pubblico della storia. Di solito la storia finisce nel dibattito pubblico sotto due forme: quella della Public history e del suo uso pubblico.” Cose verissime, speriamo il messaggio passi nel senso comune storiografico. E quel messaggio che tento di fare passare ormai da qualche anno qui in Italia. Inoltre, la mia federazione internazionale per la storia pubblica (http://publichistoryint.org) tenta anche di diffondere il “verbo”. Cordialmente

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