«Non ci sarà da scialare; ma insomma, oggi come oggi, anche le lettere danno di che vivere. Non ci sono mai stati tanti laureati in lettere nelle redazioni, come oggi nei nostri giornali. E la letteratura ha un posto a parte, la quinta colonna, ossia la terza pagina […]. Infine, c’è il teatro, la fabbrica dei libretti d’opera, il cinematografo, che finiscon con il mettere in valore, come si suol dire, l’opera dei nostri scrittori. Per poco che uno abbia di ingegno e di produttività, è sicuro di cavarne qualche frutto sul mercato; se vuole».
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